lunedì 22 febbraio 2010

Valerio Scanu vincitore del Festival di Sanremo 2010


La favola di Valerio Scanu rivive attraverso le immagini del Festival ormai trascorso: la vittoria a Bravo Bravissimo, il secondo posto ad Amici, l'esclusione da Sanremo, il ripescaggio e la vittoria finale. In queste tappe cruciali è racchiusa la storia di un ragazzo dall' indubbia bravura artistica che ha finalmente coronato il sogno della sua vita, consacrandosi tra gli artisti più grandi del palcoscenico musicale. Ma andiamo con ordine: nell'edizione di Bravo Bravissimo del 2002, all'età di 12 anni Valerio trionfa con "Cambiare" di Alex Baroni che interpreta in modo eccellente, ponendosi una spanna più in alto degli altri "piccolo talenti" in gara. Già in quella occasione Mike Bongiorno riconosce l'indiscusso talento di Valerio e le sue doti da grande interprete. Qualche anno dopo Valerio ci riprova con X Factor, arrivando alla fase finale delle selezioni: ma in quel caso viene preferito a Tony Maiello (peraltro vincitore della categoria giovani di Sanremo 2010) Ecco allora spalancarsi la porta di Amici, dove Valerio accede come cantante sotto la guida tecnica di Luca Jurman, suo assistent coach. Dopo aver partecipato al serale, Valerio arriva secondo, dopo Alessandra Amoroso, che vince l'edizione di Amici. Arriviamo così al 2010: Valerio Scanu partecipa al Festival di Sanremo con una canzone scritta da Piedavide Carone, cantautore di Amici e intitolata "Per tutte le volte che". Il pezzo non convince la giuria demoscopica che lo elimina al primo turno. Il giorno dopo però la canzone viene ripescata e il ragazzo può rientrare in gara: il sogno di Valerio continua. Durante la serata dei duetti Valerio canta con Alessandra Amoroso, incantando la platea dell'Ariston. Il duetto con Alessandra lo rende ancora più forte, tanto che il giorno successivo viene incluso tra i 3 finalisti del Festival insieme a Pupo, Emanuele Filiberto e Marco Mengoni (vincitore della terza edizione di X Factor). Il televoto e l'orchestra premiano il ragazzo, che si piazza davanti a nomi illustri come Irene Grandi, Malika Ayane e Simone Cristicchi. Sul palco sono rimasti soltanto in tre: dopo l'ultimo appello al pubblico, Antonella Clerici annuncia che il vincitore del festival è proprio Valerio. Grande entusiasmo tra la folla dell'Ariston, divisa tra lui, Marco Mengoni e il trio composto da Pupo e il principe Filiberto e Canonici. Ancora una volta vince un ragazzo di Amici, dopo la vittoria di Marco Carta dello scorso anno. Ancora una volta si tratta di un sardo, a testimonianza che la regione isolana riesce sempre a sfornare grandi voci e talenti. Ma c'è di più: anche quest'anno il vincitore la spunta sulla canzone polemica del Festival: "Italia amore mio", come era accaduto per Marco Carta contro Povia, finito secondo con "Luca era gay". Insomma, la storia di Valerio somiglia molto a quella di Marco, peraltro anche lui "pupillo" di Luca Jurman, che l'ha voluto fortemente nel programma di Amici. Ma analogie a parte, quella di Scanu è una storia diversa dalle altre. La sua canzone, nonostante l'esclusione iniziale, si è dimostrata all'altezza di un Festival come quello della musica italiana. La frase "far l'amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi" è già diventata un tormentone, per la sottile leggerezza che prelude a un'intensa passione, che non ha confini. Una canzone che si ricorda facilmente e che conquista subito per la sua immediatezza. Un pezzo intenso e surreale, dedicato all'amore e al suo mondo, L'autore del brano peraltro è un altro ragazzo di Amici, Pierdavide Carone, che le case discografiche già si contendono per la sua capacità di emozionare scrivendo canzoni. L'intepretazione di Valerio e il significato delle parole scritte da Pierdavide hanno reso questa canzone assolutamente vincente.

mercoledì 17 febbraio 2010

La vigilia di un evento sportivo

La vigilia di un evento sportivo è sempre particolarmente sentita. Fa un certo effetto sapere che quest’anno non c’è solo una squadra a prendervi parte, ma un’intera città. Avellino è riuscita a rendersi protagonista anche in questo, dimostrando di volere fortemente l’organizzazione di un grande evento sportivo, come mai era successo in Irpinia prima d'ora. Qui da un po’ di anni il basket è diventata una piacevole realtà, che ha premiato il lavoro di quanti si sono avvicinati al mondo del basket con sacrificio e dedizione e che ha regalato numerosi successi e soddisfazioni. Dopo la conquista della Coppa Italia nel 2008 e la partecipazione ai playoff e all’Eurolega era difficile poter chiedere qualcosa di più alla società Scandone e alla sua squadra. E invece quest’anno per la felicità dei tanti appassionati di basket, Avellino ha il compito e l’onore di ospitare le Final Eight, uno degli eventi cestistici più importanti. Per una settimana i riflettori saranno tutti puntati sulla città irpina, pronta ad ospitare giornalisti, tifosi, appassionati e giocatori che prenderanno parte alle Final Eight. A dare lustro all' evento un’intera macchina organizzativa frutto della collaborazione di società, istituzioni e addetti ai lavori. Le Final Eight non saranno soltanto un evento di sport, ma una spettacolare kermesse ricca di appuntamenti e iniziative pronte a coinvolgere un’intera popolazione; merito di una società che ha saputo coltivare un progetto serio, portando in pochi anni il basket irpino alla ribalta. L’evento “Final Eight” porta la data del 18 febbraio 2010, ma l’attesa della vigilia è forte e si respira da ormai diversi giorni. E come ogni evento che si rispetti, anche l’attesa per il suo svolgimento lascia piacevoli ricordi e forti emozioni.

martedì 16 febbraio 2010

Lo scorpione

Lo scorpione fa parte della famiglia degli scorpionidi le cui estremità boccali (i palpi) sono fatte a tenaglia e fissate sulle mascelle. Il corpo è allungato e termina con una lunga coda al termine della quale c'è un aculeo velenoso. Questo aculeo è munito di due piccoli buchi da cui fuoriesce il liquido venefico. Gli scorpioni hanno otto piedi e sei occhi, corrono velocemente e sono soliti incurvare la coda verso terra. Ci sono tantissimi tipi di scorpione in ogni parte del Mondo. In Europa sono lunghi pochi centimetri, in Africa e in India possono raggiungere anche i sedici centimetri. Vivono nei luoghi sabbiosi, ma odiano il sole tanto da prediligere luoghi umidi e coperti, come pietre e massi. Mangiano altri insetti più piccoli (come ragnetti e mosche), ma in genere si nutrono anche di foglie e vegetali. La pericolosità del veleno è inversamente proporzionale alla lunghezza: più uno scorpione è piccolo più il suo veleno è potente e letale. Questo accade perchè la natura ha voluto "proteggere"gli scorpioni più piccoli dai possibili attacchi dei predatori dotandoli di un'arma venefica letale. Ovviamente esistono alcune eccezioni: gli scorpioni europei pur essendo molto piccoli sono del tutto innocui: la sue puntura causa soltanto un pò di gonfiore ed è meno potente di quella di un'ape. Incontrarne uno non desta particolare preoccupazione: lo scorpione è infatti un animale timido che se non minacciato, difficilmente attacca gli altri animali, figuriamoci l'uomo. L'unica specie europea più pericolosa delle altre è il buthus occitanus, riconoscibile per il colore giallo e le chele sottili. Il buthus occitanus si può trovare in Spagna o in Costa Azzurra, ma non è diffuso negli altri Paesi europei. Il suo morso può provocare oltre al gonfiore, febbre alta per due o tre giorni: nel film "Marcellino Pane e Vino il protagonista viene morso da uno scorpione giallo e rischia di morire per la febbre alta: si tratta proprio del buthus. Gli scorpioni dell'Africa e dell'Asia, invece, sono particolarmente pericolosi e ne esistono alcune specie davvero letali di cui non si conosce ancora l'antidoto. Il più velenoso in assoluto è il death stalker originario del Nord Africa e di alcune zone del Centro. I sintomi sono terribili: panico e febbre nei primi minuti, convulsioni e coma nel giro di mezz'ora. Un altro scorpione africano pericoloso è il Leirus quiquestratus, diffuso nelle zone desertiche. Il suo veleno è un mix di neurotossine che provocano l'edema polomonare. Fortunatamente la sua puntura nella maggior parte dei casi non è letale, ma va curata. Ci sono specie di scorpioni africane di grandi dimensioni: solitamente la loro puntura provoca soltanto un dolore lancinante ma il loro veleno è poco efficace: la loro arma più letale sono infatti le tenaglie con le quali uccidono le loro prede. Sullo scorpione esistono molti racconti e leggende: gli antichi conoscevano bene questo insetto, tanto da collocarlo nello Zodiaco tra i dodici segni. Plutarco racconta di aver visto qualcuno mangiare degli scorpioni: in effetti anche oggi in alcuni Paesi del centro America si mangiano comunemente. In altri Paesi invece sono molto buoni gli scorpioni d'acqua cotti. Esiste un arabo, Majed al-Maliki, che ha mangiato 22 scorpioni vivi entrando così nel guiness dei primati. Una donna tailandese ha invece convissuto per 33 giorni in compagnia di 5700 scorpioni velenosi. In India si usa giocare e scommettere con gli scorpioni: solitamente se ne prendono due, si mettono sotto un bicchiere di vetro in cui fa passare fumo di tabacco. Questo fumo li eccita a tal punto da spingerli l'uno contro l'altro in una lotta all'ultimo sangue. La lotta termina sempre con la morte di uno dei due scorpioni. Spesso di parla inoltre di suicidio dello scorpione, quando l'insetto inizia a muovere continuamente la cosa come se volesse colpirsi da solo. In realtà è stato frutto di un esperimento crudele in cui uno scorpione è stato messo in una cintura di brace ardente, costretto a divincolarsi in cerca di una via di fuga. In questo caso lo scorpione muore per il calore, non perchè si punge. Lo scorpione, come tutti gli animali, ha degli strani comportamenti: la femmina ad esempio mangia i suoi figli quando non può trovare altro cibo. Ma in genere lo scoprione è sempre stato ritratto come un animale infido e crudele. Penso molti conosceranno la storia della rana che accetta di portare sulle spella uno scorpione per aiutarlo a guadare il fiume: ebbene la rana fu colpita alle spalle nonostante avesse aiutato l'insetto. Eppure lo scorpione esercita un fascino particolare: nel nostro Paese si era diffusa l'usanza di allevare scorpioni in casa per passione o collezionismo. Il nostro ordinamento consentiva in un primo momento l'importazione di scorpioni da altri Paesi in quanto non compresi nella lista degli animali pericolosi. L'unica norma infatti in materia (del 1992) vietava soltanto l'importazione di rettili e mammiferi. Aveva fatto scalpore il caso di una cassa di scorpioni velenosi del Nord Africa atterrata all'aereoporto di Milano diversi anni fa: in quel caso alcuni di essi erano addirittura fuggiti tra lo spavento degli addetti al deposito. Molti veterinari avevano avvertito sulla pericolosità delle importazioni di animali cosi pericolosi, peraltro destinati al commercio privato e non ai centri di ricerca. Con la legge 213/03 è stato introdotto il divieto di detenere aracnidi pericolosi in casa. In particolare la legge si riferisce a quegli aracnidi (ragni, scorpioni ect..) che possono provocare effetti invalidanti o mortali per l'uomo o che comunque possono costituire pericolo per l'incolumità pubblica. Inizialmente la legge ha dato adito a diverse interpretazioni stante l'assenza di una lista esaustiva che comprendesse tutte le specie "oggettivamente" pericolose per l'uomo". E così nei primi tempi, senza un regolamento applicativo, si è finiti spesso coll'applicare la norma in maniera esageratamente restrittiva, estendendola a tutti gli aracnidi, anche a quelli del tutto innocui. E' stata pertanto istituita una commissione parlamentare nel tentativo di stilare una lista degli aracnidi pericolosi per l'uomo. In seguito l'associazione sull'Aracnologia che ha partecipato indirettamente alla Commissione, ha stilato una lista esauriente sotto il profilo medico e entomologico che però la commissione ha recepito senza però portare a termine l'iter di ratifica della legge. La lista, pertanto, viene utilizzata solo in via ufficiosa, senza un riscontro legale effettivo. A conclusione di questo chiunque detiene un aracnide può incorrere in pesanti sanzioni, come prevede la legge 213/03, a patto di dimostrare sotto la sua responsabilità e a proprie spese, che l'animale detenuto non sia pericoloso per l'uomo. La dimostrazione diventa difficile considerando che non c'è una lista ufficiale e che gli organi addetti al controllo spesso non sono in grado di effettuare adeguati controlli in merito. L'onere di dimostrare la mancata pericolosità di un aracnide ricade oggi unicamente sul detentore, che si assume la piena responsabilità. Ci sono in verità alcune fiere dove è permessa la vendita di aracnidi. Questo avviene grazie alla collaborazione tra privati e enti locali addetti al controllo purchè si rispetti la lista ufficiosa stilata in materia. Ciò significa che chi acquista aracnidi in occasione di fiere è direttamente responsabile del suo gesto e, nel caso ci fossero controlli, dovrà dimostrare che l'animale non è pericoloso per l'uomo. Come visto la situazione è piuttosto ambigua per alcuni aspetti, ecco perchè molti nel dubbio preferiscono evitare di comprare aracnidi, in attesa di un chiarimento legislativo in tal senso.

giovedì 11 febbraio 2010

Arriva Dante's Inferno


Un'interessante rivisitazione dell'Inferno dantesco è quella che ci viene proposta dai realizzatori di Dante's Inferno, uno dei videogame più attesi dell'anno. Nel gioco impersoniamo Dante Alighieri nelle vesti inedite di un cavaliere d'altri tempi chiamato a salvare Beatrice dalle mani della morte. Per farlo dovrà rubarle la falce e affrontare i 9 cerchi infernali, combattendo contro i demoni e i mostri che troverà lungo il cammino. Durante questo viaggio Dante ha la possibilità di assolvere o condannare le anime dannate, di utilizzare alcuni incantesimi e di combattere con armi potenti, che infliggeranno colpi e ferite mortali ai nemici. Il gioco è realizzato molto bene e la grafica è curata nei minimi dettagli: gli scenari e i paesaggi infernali sono inquietanti per non parlare dei demoni da sconfiggere, alcuni davvero terrificanti. Non sono mancate lamentele per via della mancata fedeltà con l'opera dantesca. In effetti però il gioco va visto come tale e non come un rifacimento della Divina Commedia, peraltro inutile quanto inopportuno. La bellezza di Dante's Inferno sta nell'originalità del gioco e nella ricostruzione digitale dell Inferno dantesco, a cui vengono aggiunti importanti dettagli e novità assolute. Il gioco è disponibile nei negozi dal 10 febbraio 2010

Peccatori nell'Inferno dantesco

Quello degli Inferi è un mondo che da sempre risiede nell'immaginario collettivo: è descritto in modo mirabile nell'Odissea omerica e fa da sfondo al mito di Orfeo ed Euridice. Ma quella che preferisco in assoluto è la caratterizzazione dell'Inferno dantesco: un viaggio nel lato oscuro del peccato, dove tra pianti e lamenti strazianti, le anime dannate sono costrette a scontare i loro peccati. Il viaggio del poeta fiorentino è un percorso a tappe che partendo dall'Inferno giunge in Paradiso passando per il Purgatorio. Nel suo percorso "infernale" Dante è accompagnato dal sommo Virgilio, (secondo gli studiosi il simbolo della ragione umana) che conduce l poeta tra i diversi gironi, iniziando così un viaggio che porterà fino al contatto diretto con Dio. L'Inferno dantesco è rappresentato come una immensa voragine a forma di cono rovesciato, situato sotto la città di Gerusalemme. La forma si sviluppa lungo una serie di 9 cerchi concentrici (5 appartenenti all'Alto Inferno e 4 al basso Inferno) che diventano sempre più stretti a mano a mano che ci si allontana dalla luce terrestre. Ci sono due costanti, infatti, che accomunano i dannati nell'Inferno dantesco: la prima è che essi percepiscono la lontananza da Dio come la pena maggiore: ciò significa che quanto più si è lontani dalla luce divina, tanto più straziante è la pena da scontare. La seconda riguarda la scelta delle pene legata alla legge del contrappasso, che colpisce i peccatori in modo analogo o contrario a come si comportavano in vita. L'Antinferno ospita coloro che non hanno fatto mai niente di buono o di cattivo in vita e quando occorreva se ne sono lavate le mani. Si tratta in sostanza degli ignavi, condannati a correre nudi inseguendo una bandiera senza stemma, punti da vespe e mosconi: il loro sangue misto alle lacrime è raccolto da putridi vermi. Tra i personaggi del vestibolo vanno ricordati Papa Celestino V (quello che per viltade fece il gran rifiuto) e Ponzio Pilato. Nel primo cerchio dell'Inferno (il Limbo) troviamo i non battezzati o quelli nati prima di Cristo: si tratta di persone condannate a "desiderare invano di vedere Dio" e che pertanto non hanno particolari colpe. La lunga lista di persone presenti in questo cerchio (che comprende tutti i filosofi greci) fa intendere proprio questo. Il secondo cerchio è dedicato ai lussuriosi, travolti incessantemente dalla bufera, come in vita dalla passioni (Paolo e Francesca). Il terzo cerchio ospita invece i golosi,stesi a terra nel fango fetido, graffiati e morsi da Cerbero. Ciacco, che in italiano vuol dire anche maiale, ne è un rappresentante eccelso. Nel quarto cerchio troviamo gli incontinenti, divisi in avari e prodighi. La loro pena consiste nel portare dei massi su e giu per una montagna offendendosi ogni volta che si incontrano. il movimento continuo e inutile del rotolare dei massi sta ad indicare l'inutilità delle loro azioni: chi è troppo avaro o prodigo infatti non raggiunge alcun risultato nella vita. Proseguendo col quinto cerchio troviamo gli iracondi (sempre in collera con il prossimo) e gli accidiosi (pigri e svogliati con tutti): i primi sommersi nella palude dello Stige si fanno male a vicenda, i secondi sono costretti a rimanere sommersi senza potersi alzare. Interessante il sesto cerchio dove risiedono gli eretici (Epicuro, Farinata degli Uberti e Cavalcante) costretti a vivere in tombe infuocate. Nel settimo cerchio spazio ai violenti divisi in 3 gironi: nel primo ci sono i violenti contro il prossimo, costretti a tuffarsi nel fiume di sangue bollente (il Flagetonte) ad una profondità diversa a seconda della colpa (i tiranni fino agli occhi, gli omicidi fino al collo e i predoni fino al petto). Ne fanno parte, tra gli altri, il Minotauro, Teseo e Arianna. Del secondo fanno parte, invece, i violenti contro sè stessi divisi in suicidi e scialacquatori: i primi vengono trasformati in alberi secchi mentre i secondi sono sbranati da cagne inferocite. Nel terzo girone, infine, ci sono i violenti contro Dio e la Natura divisi in bestemmiatori, sodomiti e usurai, costretti a stare sdraiati o seduti su una spiaggia incendiata sotto una pioggia di fuoco. L'ottavo e il nono cerchio ospitano i dannati che si sono resi colpevoli delle peggiori nefandezze. Nell'ottavo cerchio, diviso in bolge, ci sono i dannati fraudolenti, coloro che non si fidano del prossimo o che lo raggirano. Tra essi vanno ricordati i ruffiani e seduttori (che corrono in cerchio sferzati da demoni) gli adulatori e lusingatori (immersi nello sterco), i simoniaci (costretti in fosse a testa in giu) i maghi e indovini (costretti a camminare con la testa torta all'indietro perchè in vita hanno sempre voluto guardare al futuro), i barattieri (sommersi nella pece bollente), gli ipocriti (coperti da cappe di piombo dentro e dorate fuori) e i ladri (con le mani legate da serpenti con cui si fondono). Particolare attenzione viene dedicata, poi, a tre categorie di fraudolenti: i consiglieri, tra cui figurano Ulisse e Diomede, costretti all'interno di una fiamma biforcuta, i seminatori di discordia (Maometto), straziati a colpi di spada con ferite che una volta rimarginate vengono riaperte dai diavoli e i falsari, tormentati dalla lebbra e dalle scabbia (Adamo). Il nono e ultimo cerchio raccoglie i dannati della peggiore specie: i traditori. Questi peccatori si trovano in diverse zone dell'Inferno tutte raccolte nel nono cerchio. Nella prima zona ci sono i giganti e sfidanti delle divinità, tra cui il Pelide Achille, (condannati all'immobilità nel pozzo) e i traditori dei parenti (immersi nel ghiaccio col viso rivolto in giù). Nella seconda zona abitano i traditori della patria, immersi nel ghiaccio col viso rivolto in sù. Famosa è la vicenda del Conte Ugolino e dei suoi figli. Completano il quadro i traditori degli ospiti, immersi nel ghiaccio con gli occhi congelati e i traditori dei benefattori, completamente immersi nel ghiaccio. Questi ultimi sono i peccatori per eccellenza, condannati ad essere maciullati continuamente da Lucifero e sono Giuda, Bruto e Cassio. famosi per aver tradito Gesù e Giulio Cesare.

martedì 9 febbraio 2010

L'arancia annoiata


Chi la considera "esilarante", chi "dissacrante", chi ancora "spassosa": l'arancia "annoiata" sta spopolando ormai da tempo su you tube e i suoi video sono i più cliccati di sempre. "The annoying orange" è un'arancia parlante, che muove gli occhi e grigna i denti: se ne sta in disparte fino a quando qualche altro frutto o vegetale non interagisce con lei ed è allora che inizia lo spasso. Un volta individuata la sua vittima, l'arancia inizia a sparare a zero, insultando il povero malcapitato con battute e richiami continui. Ogni video termina con la "morte" del frutto umiliato che, nonostante gli avvertimenti dell'arancia malefica, fa sempre una brutta fine. E così la mela assaggia il coltello, il pomodoro finisce nel frullatore e la zucca viene addirittura svuotata, sotto gli occhi divertiti dell'arancia. La serie sta riscuotendo un successo imprevisto e, come capita in questi casi, you tube è stato un mezzo di diffusione notevole. Ci sono già cinque video tradotti in italiano con un seguito di utenti in costante aumento. La frase "ehi mela!" è già diventata un tormentone mediatico, tanto da essere uno dei video più cliccati degli ultimi mesi. Se siete curiosi di vederne altri, basta cliccare qui VIDEO1, VIDEO2, VIDEO3

La mia vita secondo...Samuele Bersani

Ecco un gioco divertente che puoi fare con i tuoi amici. Usando solo nomi di canzoni di un solo artista o di un gruppo,rispondi a queste domande con intelligenza. Non puoi usare il cantante o la band che ho usato io e non puoi ripetere il titolo delle canzoni. Inserisci come titolo "la mia vita secondo...+ il nome dell'artista. E' molto più difficile di quanto tu possa pensare! Se vuoi lascia le tue risposte tra i commenti e fai lavorare la fantasia




Scegli il tuo artista
Samuele Bersani


Sei un uomo o una donna?
Crazy boy

Descriviti:
Il pescatore di asterischi

Come ti senti?
Chiedimi se sono felice

Descrivi dove vivi al momento:
Dalla piccola finestra

Se potessi andare ovunque, dove andresti?
Su un'isola

Il tuo mezzo di trasporto preferito:
Barcarola albanese

Il tuo migliore amico?
Lo scrutatore non votante

Tu ed il/la tuo/a migliore amico/a siete:
Chicco e Spillo!!

Com'è il tempo?
Caramella smog

Momento preferito della giornata
Tonight

Se la tua vita fosse uno show televisivo, come si chiamerebbe?
Replay

Che cos'è la vita per te?
Una delirante poesia

La tua relazione:
Spaccacuore

Hai paura di?
Dei giudizi Universali

Qual è il miglior consiglio che tu possa dare?
Lascia stare

Pensiero della giornata:
Voglio un piano forte!

Il mio motto:
L'istinto!

lunedì 8 febbraio 2010

Un'attività paranormale al cinema


Dopo Blair witch project, Rec e Cloverfield ecco l'ennesimo film girato interamente con una telecamera mobile. Si chiama "Paranormal Activity" e in questi giorni se ne sta facendo un gran parlare. La locandina ricorda la saga di Saw, anche se la trama non ha nulla a che vedere con i giochi dell'enigmista. Una coppia di giovani innamorati prendono casa insieme e iniziano a convivere. Lui ha la mania per la telecamera che utilizza anche per andare in bagno, lei sembra una ragazza normale, ma nasconde un segreto inquietante. La donna è affetta dalla sindrome del "fantasma persecutore": un'entità che si manifesta in modi diversi seguendola dappertutto. Si potrebbe quasi parlare di stalking paranormale: un'entità che si muove al passo con la vittima. I due decidono di rivolgersi ad un esperto per capire come affrontare la situazione e liberarsi del fantasma. L'uomo spiega di non poterli aiutare perchè c'è bisogno di un'esorcista che liberi l'abitazione dalla presenza maligna. Il ragazzo allora decide di filmare tutto con la videocamera puntando l'obbiettivo sul letto dove dorme insieme alla compagna. E così ogni notte la telecamera riprende ogni impercettibile rumore e movimento sospetto, mentre i due ragazzi dormono ignari. Il film è stato presentato come uno dei più agghiaccianti mai realizzati: tutta l'America è rimasta sconvolta dalla sua visione e persino Steven Spielberg è dovuto allontanarsi dalla sala in cui lo stava guardando. Io personalmente ho visto persone allontanarsi per altri motivi, non perchè avessero paura. In tutta onestà il film non mi ha colpito molto: trovo che i dialoghi siano un pò scontati oltre che banali e la trama, a parte qualche colpo ad effetto, non offre spunti interessanti. Esiste troppo contrasto tra le scene di vita giornaliera e quelle notturne: sembra quasi che i protagonisti non si rendano conto di quello che capita loro di notte ricominciando la giornata come se nulla fosse. Molte scene, infatti fanno presagire qualcosa di inquietante che poi in concreto non si materializza e il finale diventa così una farsa dove accade quello che non ti aspetti. Quello che più delude forse è la durata e la povertà dei contenuti: il film, oltre a durare poco, non offre grandi momenti di suspance e gli attori non sono certo i primi nel loro mestiere. Lo scopo del regista era di incutere terrore rendendo difficile anche potersi addormentare di notte: il problema è che ci si addormenta benissimo sia durante che dopo la visione del film. Se poi, come accade, ci sono scene quasi surreali che fanno sorridere più che inquietare, vuol dire che qualcosa forse non ha funzionato. E' vero che siamo abituati a trame più articolate, dove una serie di situazioni ad effetto rendono il tutto più appetibile, ma non venite a dirmi che Paranormal Activity sia un horror spaventoso. E' un onesto tentativo di rendere inquietante il proprio rifugio dimostrando che non esiste luogo sicuro al Mondo. Un'operazione amatoriale che ricrea tra le quattro mura casalinghe, un'atmosfera claustrofobica e confusa, dove gli unici punti fermi sono i piedi nudi del protagonista che appaiono continuamente davanti l'obiettivo, rendendo la visione ancora più fastidiosa. Per non parlare dei continui tremolii e avvicinamenti improvvisi cui la telecamera pensa di abituarci, senza pensare che ciò può portare a infelici mal di testa. Ma d'altronde, a parte l'entità misteriosa, l'unica attività paranormale del film è stato proprio il movimento della telecamera.

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