Sono passati molti anni da quando ho sostenuto gli esami di maturità e ogni volta che si ripetono avverto sempre la stessa sensazione di distacco fittizio, come un qualcosa che non mi appartiene più, passandomi davanti come un treno in corsa. Eppure più ci penso e più mi accorgo che non è così. Non posso far finta che quello non sia stata una tappa importante nella mia vita, un ostacolo messo lì apposta per essere superato. In realtà l'esame di maturità è stato per me questo e altro. L'avventura della maturità, come dice il termine stesso, è un momento catartico che ti proietta in avanti, in un limbo dove ti trovi a gareggiare da solo e ad affrontare le prime vere "prove" selettive. Anche se può sembrare un punto di arrivo, a conclusione di un percorso di studi, la maturità è in realtà un trampolino di lancio verso un mondo pieno di sfide e scommesse, irto di insidie ed ostacoli. Il primo vero esame, dove gareggi da solo, vieni giudicato da una commissione e affronti il primo vero ventaglio di prove scritte e orali. Certo non è come sostenere un esame universitario o un concorso, anche perchè sei sempre a contatto con i compagni e i professori di corso e la prova si svolge tra le mura "amiche" della scuola. Il difficile arriva dopo: l'esame universitario comporta già delle difficoltà in più. In primo luogo non è una prova "una tantum", ma è una prova che si ripete nel tempo: il numero mimino di esami si è progressivamente innalzato negli ultimi anni, e ciò a discapito degli studenti, costretti a dover affrontare molti esami nel giro di pochi mesi. Una cosa da non sottovalutare. poi. è che ci si ritrova in un ambiente nuovo, molto più dispersivo del precedente, dove i corsi sono frequentati da centinaia di persone e dove per ogni esame vengono esaminati più candidati alla volta. Inoltre è opportuno adottare un diverso metodo di studio, che va appreso per gradi e con costanza: studiare su interi manuali e ricordare bene le cose comporta una preparazione a tappe che può durare anche mesi. Senza considerare che spesso i libri adottati non sono proprio il massimo della chiarezza. Dopo la laurea, il percorso di studi continua con i concorsi pubblici, che comportano un ulteriore sforzo, quello gestionale. Mentre l'Università prevede infatti un percorso, fatto di corsi, esami e seminari, i concorsi prevedono una preparazione duratura nel tempo che non è scandita da prove "interne" o "da un percorso organizzativo": i concorsi vanno affrontati "in modo "adeguato, cercando di avere una preparazione di ampia veduta su ogni materia richiesta. Inoltra la preparazione va estesa alle prove selettive, dove al di là della preparazione, è la memoria spesso a giocare un ruolo essenziale. In ogni concorso, inoltre, c'è una componente in più da considerare: oltre a dover "gareggiare" da soli, c'è l'opzione "dentro o fuori": non basta superare le prove o avere l'idoneità: per vincerlo serve primeggiare sugli altri concorrenti. Pertanto all'elemento gestionale, che già occupa un ruolo essenziale, si aggiunge quello "selettivo" per il quale si concorre per un numero di posti dove non tutti rientreranno. Ed è qui che subentrano ulteriori componenti, quali fortuna, intelligenza, furbizia e preparazione. Il percorso di studi "standard" non è una passeggiata, ma un viaggio lungo e faticoso, dove si ci deve impegnare molto, facendo spesso dei sacrifici. Solo la costanza, la preparazione e un buon metodo di studio possono fare la differenza, senza dimenticare una buona dose di fortuna che non guasta mai.
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