martedì 14 agosto 2007

Passaggio a Ovest


L'arrivo sull'isola si profilava pieno di incognite e sorprese: la nave mi ha portato lentamente a destinazione con un vento micidiale dietro la schiena. Il viaggio era stato leggero noioso e pieno di aspettative e la lontananza con mio mondo mi ha dato modo di pensare..e tanto. La notte sulla nave passa lenta nella sua desolazione di corpi gettati sui ponti a ronfare. Se il tempo fosse vivente avrebbe il suo bel da fare per smuovere l'ambiente. Lo spazio invece sembra aprirsi in una distesa di tappeti, cabine, corridoi, sagome dove tutto si muove attraverso il mare. Ormai le luci si sono spente e la musica è cessata da un pezzo: i pensieri iniziano ad affollarsi come una calca in fila d'attesa: ognuno guarda al futuro..a quel lasso di tempo da trascorrere insieme.. si guarda con curiosità all'orizzonte, punto impercettibile di separazione dei mondi e sipario imperturbabile delle terre emerse: dietro di lui c'è l'isola: misteriosa, desolalata, affascinante, ricca di sabbia e mare. Sono nel tratto dove non esiste proprietà..sono in mare aperto: ogni cosa è più libera e ogni segnale è vano. Se chiami nessuno ti risponde, se trovi qualcosa nessuno può togliertela. E' un senso di leggerezza infinito che dura pochi istanti, ma che ti rende libero. E' qui che emergono le certezze e le paure; è qui che nascono le emozioni, figure umane che incontri solo con i tuoi pensieri. La notte è trascorsa..mi accingo a scendere. Ponte 3..mi domando dove sia..e mentre percorro il corridoio, ancora dormendo, capisco di appartenere di nuovo a qualcosa.

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