sabato 18 giugno 2011

ESP Fenomeni Paranormali

Esce finalmente nelle sale italiane il nuovo film dei the vicious brothers intitolato ESP, fenomeni paranormali. La trama, pur rifacacendosi ad alcuni stereotipi dei film horror italiani e stranieri, è ricca di suspance e colpi di scena. Il film è interamente girato in un istituto psichiatrico abbandonato dove una troupe di cameramen sta girando l’ultima puntata di uno dei reality più spaventosi della tv americana. L’intento è quello di riprendere qualche scena spettrale, dare voce ai preesunti testimoni di apparizioni soprannaturali (come il custode impacciato della struttura) e di recitare la parte di chi sa che qualcosa di strano e di inquietante è nascosto in quel luogo. In realtà tutto sembra filare liscio come sempre e per quasi tutta la notte la troupe di cameramen non percepisce nulla di anomalo. Va detto che, nonostante il chiaro intento televisivo, i 5 ragazzi protagonisti sanno bene come rendere tutto più realistico: hanno delle telecamere fisse che sistemano nei luoghi più spettrali dell’istituto, oltre ad un registratore e una bussola che rilevano gli spostamenti d’aria e le voci soprannaturali. Per rendere tutto ancora più credibile, gli stessi rimangono chiusi dentro l’istituto, con la porta e le finestre sbarrate in attesa che il custode torni a liberarli. I ragazzi iniziano così a girare la puntata ignari che attorno a loro ci sia qualcosa di inquietante, che sembra appartenere alla struttura abbandonata, teatro un tempo di violenze e soprusi ai danni dei pazienti malati di mente. E così inizia un viaggio all’interno della follia, dove l’uomo può soltanto lasciarsi andare e soccombere. L’istituto in realtà conserva intatte le sue forme surreali aprendosi lungo percorsi infiniti, fatti di corridoi, stanze e anfratti sinistri. E’ il labirinto della mente che prende vita in un luogo malato, che ha assorbito negli anni i lamenti e le grida strazianti dei matti ricoverati al suo interno. E tutto riesce a disperdersi, a dilatarsi lungo una linea spazio temporale che si assottiglia fino ad annullare ogni velleità umana. Il regista riassume così, con continue riprese, la paura e l’angoscia di chi si ritrova solo con la propria mente e il proprio spirito arrivando a concepire la morte come un sollievo rispetto alla perdita inesorabile della ragione. Il film nasconde un significato importante, che all’inizio può sembrare scontato, quasi uguale ai suoi precedenti, (si pensi soltanto a REC, serviva horror girato interamente in un palazzo di Barcellona), ma che nella seconda parte acquista una direzione e un segnale evidente, come a voler portare lo spettatore in un mondo parallelo, dove la perdizione e l’inconscio si mescolano in un crescendo innovativo. E in questo susseguirsi di emozioni e angosce, dove anche i pochi fantasmi si rilevano prigionieri inconsapevoli, emerge l’unico vero protagonista della scena: l’istituto psichiatrico con i suoi meandri inaccessibili.

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