Il 29 marzo in occasione dell'Earth Hour, evento firmato WWF, 380 città italiane si sono ritrovate al buio per protestare contro l'emissione di gas e contro gli sconvolgimenti climatici: il problema non non va sottovalutato perchè molte città nel Mondo rischiano di essere sconvolte da fenomeni climatici "estremi", come uragani, alluvioni e tsunami, a causa della mano sconsiderata dell'uomo. Per l'occasione molti monumenti, palazzi e uffici sono rimasti al buio per un 'ora (dalle 20 alle 21) in un contesto insolito e irreale, che ha sorpreso i tanti curiosi che si trovavano per strada. Un decisione che ha messo daccordo molti Paesi ai lati opposti del Mondo: Australia. Mali, Stati Uniti, isole Fiji, Israele ed Europa, tutti hanno spento i "motori" per sessanta minuti, oscurando i loro simboli e i loro monumenti. Senza dubbio si è trattato di un gesto nobile che ha visto la partecipazione di tutti, nel tentativo di smuovere la coscienza sociale e sensibilizzare i più sui problemi ambientali. Nel nostro Paese sono diverse le città a rischio: prime fra tutte Venezia, la perla lagunare, minacciata dal repentino innalzamento del livello del mare. Ma anche alcune località costiere del Tirreno non se la passano bene. Nel Mondo, poi, sono tanti i Paesi a rischio idrologico-ambientale: in Australia la barriera corallina è un patrimonio che va tutelato, perchè funge da "ago della bilancia" nei processi marini e naturali: per questo i celeberrimi Harbour Bridge Opera House a Sidney si sono oscurati per l'evento..lo stesso è successo per il Golden Gate e la prigione di Alcatraz a San Francisco. Il Canada ha addirittura spento le mitiche cascate del Niagara (che tra l'altro da un pò di giorni apparivano coperte da un manto di ghiaccio causa le avverse condizioni del tempo), mentre lo Skyline di Manila, il terzo centro commerciale del Mondo, appariva "closed" agli occhi degli acquirenti. Non sono mancate proteste da parte delle isole Fiji (anch'esse minacciate dall'innalzamento del mare) mentre grande partecipazione c'è stata in Europa, dove i primi a spegnere i riflettori sono state Finalndia, Norvegia e Bulgaria. Anche il nostro Paese non è stato da meno: tante città si sono date "appuntamento" per una notte "diversa" dal solito, dove per una volta l'importante non era essere sotto i riflettori, ma tenerli spenti. Ed è un evento che insieme agli intenti benefici e umanitari, rimane molto suggestivo per chi vi assiste. Ricordo un famoso black-out successo diversi anni fa in Italia: per molte ore l'intero Paese è rimasto al buio sotto un'insolita volta celeste. Quella notte mi è rimasta particolarmente impressa perchè non avevo mai visto un cielo così luminoso...le stelle sembravano voler abbracciare tutto sotto di loro e ogni cosa aveva una "luce" diversa. Credo che questo debba far capire quanto sia importante a volte "staccare la spina e spegnere l'interruttore".
domenica 30 marzo 2008
Un' ora al buio
Il 29 marzo in occasione dell'Earth Hour, evento firmato WWF, 380 città italiane si sono ritrovate al buio per protestare contro l'emissione di gas e contro gli sconvolgimenti climatici: il problema non non va sottovalutato perchè molte città nel Mondo rischiano di essere sconvolte da fenomeni climatici "estremi", come uragani, alluvioni e tsunami, a causa della mano sconsiderata dell'uomo. Per l'occasione molti monumenti, palazzi e uffici sono rimasti al buio per un 'ora (dalle 20 alle 21) in un contesto insolito e irreale, che ha sorpreso i tanti curiosi che si trovavano per strada. Un decisione che ha messo daccordo molti Paesi ai lati opposti del Mondo: Australia. Mali, Stati Uniti, isole Fiji, Israele ed Europa, tutti hanno spento i "motori" per sessanta minuti, oscurando i loro simboli e i loro monumenti. Senza dubbio si è trattato di un gesto nobile che ha visto la partecipazione di tutti, nel tentativo di smuovere la coscienza sociale e sensibilizzare i più sui problemi ambientali. Nel nostro Paese sono diverse le città a rischio: prime fra tutte Venezia, la perla lagunare, minacciata dal repentino innalzamento del livello del mare. Ma anche alcune località costiere del Tirreno non se la passano bene. Nel Mondo, poi, sono tanti i Paesi a rischio idrologico-ambientale: in Australia la barriera corallina è un patrimonio che va tutelato, perchè funge da "ago della bilancia" nei processi marini e naturali: per questo i celeberrimi Harbour Bridge Opera House a Sidney si sono oscurati per l'evento..lo stesso è successo per il Golden Gate e la prigione di Alcatraz a San Francisco. Il Canada ha addirittura spento le mitiche cascate del Niagara (che tra l'altro da un pò di giorni apparivano coperte da un manto di ghiaccio causa le avverse condizioni del tempo), mentre lo Skyline di Manila, il terzo centro commerciale del Mondo, appariva "closed" agli occhi degli acquirenti. Non sono mancate proteste da parte delle isole Fiji (anch'esse minacciate dall'innalzamento del mare) mentre grande partecipazione c'è stata in Europa, dove i primi a spegnere i riflettori sono state Finalndia, Norvegia e Bulgaria. Anche il nostro Paese non è stato da meno: tante città si sono date "appuntamento" per una notte "diversa" dal solito, dove per una volta l'importante non era essere sotto i riflettori, ma tenerli spenti. Ed è un evento che insieme agli intenti benefici e umanitari, rimane molto suggestivo per chi vi assiste. Ricordo un famoso black-out successo diversi anni fa in Italia: per molte ore l'intero Paese è rimasto al buio sotto un'insolita volta celeste. Quella notte mi è rimasta particolarmente impressa perchè non avevo mai visto un cielo così luminoso...le stelle sembravano voler abbracciare tutto sotto di loro e ogni cosa aveva una "luce" diversa. Credo che questo debba far capire quanto sia importante a volte "staccare la spina e spegnere l'interruttore".
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