Una ragazza perde la verginità al telefono e lui viene denunciato per abuso sessuale. E' accaduto in Tunisia alcuni giorni fa e la notizia ha già fatto il giro del Mondo: durante una conversazione telefonica "eccitante" lei inizia improvvisamente a perdere sangue. Il ragazzo, secondo la legge tunisina, sarebbe "concausa" della perdita della verginità della ragazza e viene accusato di stupro dalla famiglia di lei. Ora sarà il giudice tunisino a verificare se ci sono o meno gli estremi per il reato: fatto sta che il ragazzo non può averla toccata e si dichiara innocente. La notizia ha ovviamente riportato di moda la questione "scottante" dei reati che avvengono attraverso mezzi mediatici o virtuali. Ancora oggi si discute se i reati che vengono commessi nelle comunità virtuali, come second life, siano concretamente punibili. Un caso di abuso contro minori è stato segnalato diversi mesi fa e denunciato da un' emittente tedesca. Ma non sono gli unici casi di reato commessi "virtualmente": già prima infatti si erano verificati stupri, atti di vandalismo e di violenza gratuiti. Molti stati europei hanno già condannato questi episodi e gli autori dei presunti reati sono stati espulsi dalla comunità e sono ora in attesa di giudizio. In un noto giornale americano, inoltre, è stato pubblicato un interessante articolo sulla concreta possibilità di "punire il reato virtuale come fosse reale". Vista l'espansione e l'importanza che alcune comunità virtuali stanno acquisendo oggi, sarebbe opportuno che esista una regolamentazione, soprattutto penale, anche all'interno di esse. Se è vero infatti che sempre più marchi, aziende e produttori si sono avvicinati a Second Life per promuovere prodotti e iniziative e se è vero che ormai si contano migliaia di utenti iscritti alla community, è giusto che ognuno assuma un comportamento "compatibile con le comuni regole di condotta e di rispetto quotidiane". Se l'intenzione è quella infatti di emulare la realtà creando mondi paralleli a noi, bisogna accettare ogni regola che viene seguita in un contesto sociale "reale". Inoltre è opportuno cercare di reprimere ogni impulso criminoso in qualsiasi ambito avvenga, evitando che possa propagarsi e destare allarme: il discorso vale quindi anche per i mondi virtuali. In ogni caso basta ricordare che dietro gli "avatar", cioè agli utenti delle chat e delle comunità on-line, ci sono delle persone in carne e ossa che vanno rispettate a prescindere. Eccon un link dove co sono alcune chat "virtuali" CLICCA
lunedì 12 maggio 2008
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